La Newsletter n. 451 del 25 marzo 2019, pubblicata dal Garante Privacy, presenta la posizione dell’Ente in tema di utilizzo di braccialetti elettronici al polso degli operatori ecologici , da parte di una società di raccolta dei rifiuti.
Dato che si tratta di dispositivi in possesso anche di gps, attivato al massimo ad un turno di lavoro a settimana, previa comunicazione al lavoratore, lo scopo dichiarato della società era quello di rendicontare il lavoro svolto dai dipendenti.
Il Garante della Protezione dei Dati Personali ha chiarito che, benché la procedura non violi i principi di necessità e proporzionalità del Regolamento UE, bisogna trovare misure alternative, maggiormente in grado di salvaguardare la dignità dei lavoratori.
Infatti, anche se i braccialetti risultano collegati alle zone di spazzamento e non ai singoli dipendenti, utilizzando i registri dei turni di lavoro c’è la possibilità di identificare il dipendente che ha svolto le rilevazioni dei tag sui cestini dei rifiuti e, quando previsto, la relativa geolocalizzazione gps.
Il Garante ha chiesto, così, alla società di:
- trovare i tempi di conservazione dei registri strettamente necessari alla gestione delle contestazioni della società municipalizzata;
- delineare dettagliatamente i casi specifici nei quali sarà possibile l’incrocio delle informazioni;
- adottare le stesse attenzioni per i dati raccolti attraverso la lettura giornaliera dei tag;
- adottare misure tecnologiche e organizzative per la separazione delle basi di dati;
- adottare un dispositivo che non sia lesivo della dignità dei lavoratori e che non sia percepito come tale.