Pubblicata risposta Ag. delle Entrate n.62 del 7 novembre 2018
Lo schema del decreto legislativo pubblicato l’8 novembre dal Consiglio dei Ministri, attuativo della L. n. 155/2017, prevede nel nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza lo stop all’espressione “fallimento” e il via all’Albo dei curatori. Il documento ha lo scopo di riformare in modo organico la disciplina delle procedure concorsuali, con due principali finalità: permettere una diagnosi precoce dello stato di difficoltà delle imprese e tutelare la capacità imprenditoriale di coloro che affrontano un fallimento di impresa dovuto a particolari contingenze.
Nella nota diramata da Palazzo Chigi al termine del Consiglio si evidenziano novità quali:
” si sostituisce il termine fallimento con l’espressione “liquidazione giudiziale” in conformità a quanto avviene in altri Paesi europei, come la Francia
o la Spagna, al fine di evitare il discredito sociale anche personale che anche storicamente si accompagna alla parola “fallito”;
- si dà priorità di trattazione alle proposte che comportino il superamento della crisi assicurando continuità aziendale;
si uniforma e si semplifica la disciplina dei diversi riti speciali previsti dalle disposizioni in materia concorsuale;
si prevede la riduzione della durata e dei costi delle procedure concorsuali;
si istituisce presso il Ministero della giustizia un albo dei soggetti destinati a svolgere su incarico del tribunale funzioni di gestione o di controllo nell’ambito di procedure concorsuali, con l’indicazione dei requisiti di professionalità esperienza e indipendenza necessari all’iscrizione;
si armonizzano le procedure di gestione della crisi e dell’insolvenza del datore di lavoro con forme di tutela dell’occupazione e del reddito di lavoratori.”