Il CNAI si è già espresso con un recente comunicato stampa e con una richiesta di intervento al Ministro del Lavoro sulla questione della obbligatorietà dell’iscrizione Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato (FSBA) che costringerebbe gli artigiani anche non iscritti o iscritti ad altri Enti bilaterali a corrispondere le quote contributive, passate e future, per ottenere in cambio l’erogazione della cassa integrazione con causale Covid-19.
Tuttavia il dibattito è tornato di attualità in seguito alla recentissima pronuncia del TAR Lazio – Roma il quale con un decreto cautelare richiesto da un artigiano non iscritto al FSBA ha così provveduto: “accoglie l’istanza e per l’effetto ordina all’Ente Nazionale Bilaterale dell’Artigianato e al Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato di consentire senza indugio all’odierno ricorrente la presentazione della domanda di concessione dell’assegno ordinario di integrazione salariale”. Dunque il TAR del Lazio ha sospeso la procedura di iscrizione al fondo ed ha obbligato il FSBA a predisporre una semplice richiesta per ottenere l’integrazione salariale senza assunzione di un vincolo contributivo.
Ma fino ad oggi l’arbitraria ed illegittima richiesta di iscrizione, che ha comportato il sorgere dell’obbligo contributivo in favore del FSBA non solo per il futuro, ma anche per il pregresso (pari a 36 mensilità), ha di fatto paralizzato la possibilità di ottenere la integrazione salariale per migliaia di datori di lavoro artigiani che liberamente avevano deciso di non aderire al FSBA secondo i noti principi costituzionali di pluralismo sindacale troppo spesso dimenticati.
Per questi motivi il CNAI, a tutela delle aziende artigiane, ha predisposto una nuova istanza al Ministro del Lavoro e all’INPS con la quale ha chiesto un immediato intervento sulla questione al fine di evitare un inutile contenzioso che certamente non favorisce la ripresa delle attività dopo una fase così delicata soprattutto per le piccole imprese.
Nel contempo considerata la consueta indifferenza delle istituzioni verso alcune problematiche, manifestata anche in questo ambito, il CNAI ritiene doveroso mettere a disposizione delle aziende tutti gli strumenti di consulenza e di assistenza legale necessari sia ad obbligare l’erogazione della integrazione salariale, sia a consentire la restituzione di quanto illegittimamente già versato al Fondo con il ricatto.