Il nostro Paese si trova ad affrontare una emergenza sanitaria senza precedenti, tanto da rappresentare una pandemia a livello globale, sociale e del lavoro.
Per il contenimento della diffusione del virus COVID-19, sono state adottate importanti azioni restrittive che hanno visto coinvolti gli ambienti di vita e quelli di lavoro.
La sospensione temporanea di numerose attività produttive e la successiva difficoltosa riapertura, seppur necessarie per ridurre lo occasioni di contatto fisico, si stanno ripercuotendo sull’occupazione e sui bilanci delle aziende.
Ai fini della riapertura, i datori di lavoro hanno dovuto garantire adeguati livelli di tutela della salute e sicurezza per i lavoratori, anche tenendo conto di un nuovo rischio, appunto il COVID-19; lo svolgimento dell’attività lavorativa potrebbe essere una occasione di contagio e dare luogo così ad un infortunio sul lavoro.
L’infortunio in azienda avvia immediatamente le indagini da parte dell’INAIL e, al tempo stesso, della competente Procura della Repubblica alla quale vengono trasmessi gli atti per le eventuali ipotesi di reato.
Seppure l’INAIL sia intervenuto a chiarire come non si possono confondere i presupposti per un indennizzo da infortunio sul lavoro per il contagio, da quelli per una responsabilità civile e penale del datore di lavoro, la questione è stata oggetto di approfondimento da parte delle Associazioni del Gruppo CNAI che hanno ritenuto dover offrire il proprio contributo, tanto da richiederne un intervento legislativo.
Con questo position paper il CNAI dialogherà con gli Uffici Legislativi affinché vengano rettificate e snellite le procedure che si attiverebbero a danno dell’azienda, in caso di infortunio da COVID-19, soprattutto in un momento tanto fragile per il tessuto economico.